Echi dal fine settimana 2024: una giornata nella vita di Elia
Per la provvidenza di Dio, anche quest’anno la nostra chiesa ha vissuto un fine settimana comunitario: dal 21 al 23 giugno 2024 siamo stati insieme a Nevegal (BL), godendo di tre giorni attorno alla Parola di Dio, tra di noi, immersi nel verde del paesaggio, tra giochi, servizio, chiacchiere, passeggiate, panchine enormi, piogge improvvise e momenti conviviali. Al centro, il testo di 1Re 19,1-21 tramite cui abbiamo potuto avvicinarci a questo struggente episodio della vita di Elia. Un uomo che aveva degli obiettivi chiari, per i quali molto si era prodigato, ma che ora si ritrovava da solo e profondamente depresso.
Anzitutto, abbiamo visto che la depressione di Elia non era priva di una fisionomia ma aveva alcune caratteristiche, alcuni aspetti che la rendevano riconoscibile: gli aveva fatto dimenticare le benedizioni del passato, lo aveva persuaso che non avesse più nulla da imparare, lo aveva indisposto ad amare, lo aveva convinto che il suo ruolo e le sue capacità fossero indispensabili, pure a Dio, aveva spento il suo ardore per il servizio e per l’annuncio e, infine, aveva oscurato nel suo cuore il senso della sovranità di Dio.
Con il secondo studio abbiamo sentito che questa depressione non solo ha una fisionomia riconoscibile, ma ha anche delle cause profonde, non sempre facili da far emergere: Elia aveva delle proprie aspettative che, essendo lontane dalle promesse di Dio, erano rimaste deluse; aveva in sé la convinzione di essere al centro del progetto di Dio, come se lo spazio in cui si trovava fosse l’unico in cui Dio potesse agire. Ancora, Elia aveva perso la visione del mondo, ritrovandosi impossibilitato a dare un senso alla realtà che, ai suoi occhi, si presentava straziante. Da ultimo - ma conseguentemente - Elia aveva assunto delle scadenze temporali diverse da quelle di Dio. Cause, queste, che lo hanno portato in un qualche modo a sentirsi deluso dal Signore stesso.
Infine, abbiamo ascoltato che la depressione di Elia ha anche avuto una guarigione: perché Dio gli ha fornito una nuova comprensione di sé, perché Dio si è preso personalmente cura di lui portandolo a riconoscere la propria disubbidienza e a ripercorrere a ritroso la strada per cui questa lo aveva condotto, perché Dio lo ha ricollocato nel servizio a sé e insieme al Suo popolo.
Questi tre studi presentano realtà che ben potrebbero riguardare ognuno di noi, come anche la nostra chiesa. Quando una vita o una storia diventa di una certa durata, il rischio di dimenticare le benedizioni del passato, o di sentirsi arrivati, o indispensabili è reale, così come, davanti a certuni momenti, può accadere che il senso della sovranità di Dio venga meno e si perdano così l’ambizione di servire il Signore e la fiducia nelle sue promesse.
Da questo episodio nella vita di Elia abbiamo imparato che la depressione è una possibilità nella vita umana e che essa deve essere riconosciuta come tale. Ma abbiamo anche imparato che per essa esiste una cura: Dio che ci insegna di più chi Egli è nella Storia e nelle nostre storie.