La nostra partecipazione alla Settimana Internazionale di Preghiera 2025
Durante la settimana dal 12 al 19 gennaio, la nostra vita di chiesa è stata diversa dal solito. Lo svolgimento di tutti i nostri incontri è stato infatti modificato, in modo da poter rispondere all’invito dell’Alleanza Evangelica Europea (AEE) di partecipare alla Settimana internazionale di preghiera. Gli incontri ordinari della nostra chiesa (due culti di adorazione, la consueta preghiera del mercoledì nelle case e lo studio biblico del venerdì) sono stati in qualche modo riadattati, per integrare le proposte dell’AEE con la nostra vita di chiesa. Nei restanti giorni sono stati organizzati incontri spontanei nelle famiglie. Ci sono diversi motivi per cui anche quest’anno non abbiamo voluto rinunciare all’appuntamento, il cui tema è stato “Combattere strenuamente per la fede nel 2025”.
Il primo è il senso di appartenenza ad una realtà molto più ampia della nostra chiesa locale o famiglia di chiese sul territorio nazionale. L’Alleanza Evangelica collega tra loro cristiani di tutto il mondo, che, grazie all’unità spirituale donata dal Signore, sono mossi da un sogno comune. Persone di nazioni, lingue e culture diverse tra loro, pur non essendosi mai incontrate di persona, pregano insieme durante tutta una settimana, riconoscendo lo stesso Signore, ubbidendo alla stessa Parola e muovendosi verso una comune direzione. È un modo reale per vedere realizzato il desiderio del Signore Gesù: “che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21).
Un altro motivo è l’estensione storica della nostra appartenenza al popolo di Dio. La Settimana internazionale di preghiera ci collega con centinaia di migliaia di evangelici nel mondo di oggi, ma anche del passato. Sono trascorsi 164 anni dalla prima riunione di preghiera indetta dall’Alleanza Evangelica a Londra, ma l’evento, ripetutosi ogni anno in tutta Europa, non ha perso né il suo significato, né la sua importanza. Quello evangelico è un sogno che affonda le sue radici nei millenni e, in un’epoca in cui il senso dei singoli eventi si esaurisce nel momento stesso in cui viene vissuto, è davvero un privilegio rimanere collegati con una storia più grande della nostra.
Tra i tanti ulteriori motivi che si potrebbero elencare, c’è sicuramente quello legato più strettamente al tema che quest’anno ha orientato la preghiera. Ogni giorno abbiamo potuto pregare, orientati dall’epistola di Giuda, a combattere (1) con amore e per amore; (2) in quanto amati e custoditi; (3) per la fede una volta trasmessa ai santi; (4) non dimenticando le battaglie del passato; (5) evitando comportamenti distruttivi; (6) avendo pazienza e timore; (7) glorificando il Dio trino e (8) alleati sotto un solo Signore.
La consapevolezza di poter “combattere strenuamente per la fede nel 2025”, insieme al popolo di Dio sparso nel mondo, ci proietta nelle sfide dell’anno appena iniziato con un profondo senso di aspettativa e coraggio, che non potremmo certamente avere rimanendo isolati nella nostra città, con i nostri programmi e le nostre abitudini rassicuranti.