Siamo persuasi che attorno alla Parola di Dio tutto il popolo possa radunarsi come un sol uomo (Neemia 8,1-3). Non perché la Parola di Dio appiattisca le differenze, quanto, piuttosto, perché sa incontrarle tutte quante. Per questo abbiamo preso la decisione, per quanto impegnativa, di tenere con noi i bambini: durante il culto, durante gli studi biblici e durante tutte le attività pubbliche della Chiesa, cercando di rivolgerci anche a loro, di coinvolgerli con lo sforzo di tenere conto della loro capacità di capire.
In questo contesto, la “Formazione permanente” o il “Catechismo” identificano un momento del culto o dello studio biblico in cui viene svolta un’attività per i bambini, nel contesto di tutta la chiesa: o tramite la lettura delle storie della Bibbia, o seguendo la traccia di un libro adatto alla loro età. Le attività cambiano nel tempo man mano che i bambini crescono. Le famiglie sono responsabilizzate ad esserci insieme ai figli e a riprendere a casa quanto detto o fatto in chiesa.
Trasmettere ai più piccoli le verità bibliche che abbiamo, a nostra volta, ricevuto è una sfida che la chiesa considera essenziale affrontare, anche considerando la pregnante cultura cattolica in cui i bambini crescono. Aiutarli ad esempio a capire perché a differenza dei loro amici non hanno ricevuto il battesimo appena nati è uno sforzo che si desidera profondere per dar loro la certezza di avere un’identità vera, affidabile, storica e viva. Questo richiede un impegno tanto della Chiesa, quanto delle famiglie, e siamo in cammino per migliorare il nostro modo di approcciarci alle sfide che ne derivano.